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Bullismo a Milano. Rilevazione del fenomeno del bullismo nelle scuole elementari e medie che hanno aderito al progetto “Stop al bullismo” – marzo 2004
Iannacone N., Colombo F., Di Domizio S., Veronesi I.
ASL di Milano
Italian
Italian
Definizione – scuola – ruoli – dati - conseguenze
Report
Parents, Policy Makers, Teachers, Researchers, Young People, School Directors.
21 - 100 pages
L’ articolo affronta il fenomeno del bullismo e lo definisce come un comportamento aggressivo caratterizzato da tre fatturi: intenzionalità, aggressività che viene messa in atto volontariamente; sistematicità, comportamento aggressivo ripetuto più volte nel tempo; asimmetria di potere, tra le parti coinvolte c’è una differenza dovuta all’età, alla forza fisica, ecc. La vittima sperimenta un senso di inferiorità. Studi recenti hanno identificato varie forme di bullismo: -diretto, quando viene utilizzata la forza fisica per danneggiare l’altro, - indiretto, quando si verificano comportamenti che non sono direttamente rivolti alla vittima, - verbale, quando si utilizza la parola per danneggiare la vittima. Il fenomeno nelle scuole ha portato gli allievi ad assumere diversi ruoli: bullo, aiutante, sostenitore, difensore, esterno, vittima. La ricerca condotta a Milano su più di diecimila alunni e 59 plessi ha dimostrato che Il fenomeno è molto diffuso sia nelle scuole elementare, sia nelle scuole medie e il numero degli studenti coinvolti raggiunge il 64% alle scuole elementari e il 50% alle Medie. La ricerca mostra che quasi la metà degli insegnanti hanno difficoltà a riconoscere atti di bullismo e i genitori non riescono ad avere un dialogo con i propri figli e a trovare modalità di intervento adeguate.
E’ necessario prevedere programmi di prevenzione in grado di promuovere capacità relazionali nel rispetto di sé e degli altri, soprattutto nella scuola elementare. L’indagine mostra che i veri esperti del bullismo sono i ragazzi stessi: sanno individuare le peculiarità e le caratteristiche del fenomeno e sono a conoscenza di ciò che avviene nella classe, ma non sono in grado di intervenire.L’intervento preventivo deve tenere conto di maggiore informazione, programmi specifici rivolti agli alunni, integrazione di diversi ruoli professionali e coinvolgimento dei genitori.
don Milani
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