"I Am Not Scared" Project
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Bullismo: che fare?
Questura di Pordenone
Polizia di Stato
Italian
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Autostima – relazioni tra pari – tratti identificativi del bullo – “cassette delle prepotenze” - uno sportello psico-pedagogico
Report
Parents, Policy Makers, Teachers, Researchers, Young People, School Directors.
1 - 20 pages
Dopo aver analizzato il problema confrontandosi con i ragazzi, la Polizia di Stato si rivolge a genitori ed educatori per un primo vademecum per un comportamento corretto e di sostegno nei casi che spesso sono rilevati anche dalle Forze dell‘Ordine. I giovani vittime di questi comportamenti difficilmente parlano con gli adulti di quello che gli succede. Non si sfogano, si vergognano e hanno paura. Ma i bambini devono imparare che il bullismo è un comportamento sbagliato e che non fa parte del naturale processo di crescita. Perché non rimangano vittime di questo fenomeno bisogna:Aumentare la loro autostima.Incoraggiarli a sviluppare le loro caratteristiche positive e le loro abilità. Stimolarli a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi. E' inoltre importante sapere che per non diventare bullo bisogna insegnare ai ragazzi a:Saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità. Comunicare in modo sincero. Essere capace di identificarsi con gli altri e capire le conseguenze dei propri comportamenti. Prendere esempio da ciò che si vede a casa. I genitori devono inoltre imparare a cogliere i segnali che i figli possono mandare o nascondere.Alcuni segnali di chi è vittima di bullismo:Trovare scuse per non andare a scuola o voler essere accompagnati. Fare frequenti richieste di denaro. Essere molto tesi, piagnucolosi e tristi dopo la scuola. Presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti. Dormire male o bagnare il letto. Raccontare di non avere nessun amico. Rifiutarsi di raccontare ciò che avviene a scuola.
Può essere utile far compilare agli alunni un questionario e organizzare una giornata di dibattito e incontri fra genitori, fra insegnanti e fra genitori e insegnanti. Ciò è importante per capire le dimensioni del fenomeno. Una migliore attività di controllo durante la ricreazione e la mensa metterebbe al sicuro le potenziali vittime. Sono questi i momenti in cui la maggior parte dei bulli agisce indisturbata. In genere sono gli studenti più grandi a fare i bulli con quelli più piccoli. Si può valutare di dividere gli spazi e i tempi della ricreazione per gli uni e per gli altri. Elogi, ricompense e sanzioni possono servire a modificare il comportamento degli studenti più aggressivi, ma non sono l’unico strumento per far cambiare atteggiamento al bullo. Spesso si ha timore o vergogna di raccontare personalmente ciò che sta succedendo. Potrebbe essere di aiuto, per genitori e vittime, avere un numero di telefono al quale rivolgersi. Si possono istituire “cassette delle prepotenze” dove lasciare dei biglietti con su scritto quello che succede; individuare degli studenti leader che aiutino le vittime; aprire uno sportello psico-pedagogico che sia di riferimento per bambini e adulti.
don Milani
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