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Il bullo nel villaggio globale
Zanaboni M.
Legalità, responsabilità e cittadinanza
Italian
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Cyber bullismo – villaggio virtuale – bullo globale – tecnologia - mediazione
Report
Parents, Policy Makers, Teachers, Researchers, Young People, School Directors.
1 - 20 pages
La prima parte tratta degli adolescenti e la rete del villaggio globale. I computer, la tecnologia più potente che ha influenzato la nostra relazione con gli altri, con noi stessi, con il nostro lavoro e con il mondo intero, ha dato vita a una nuova società: quella multischermo che sta soppiantando la vecchi società dei media tradizionali, quali la radio, il cinema, la tv. Il preadolescente addirittura il bambino ha a sua disposizione un “parco macchine”: il computer portatile, corredato ad internet, il dvd, il telefono cellulare, l’I Pod e l’Iphone. Questa moltiplicazione di schermi ha creato una nuova generazione di Digital Natives, nativi digitali, la Screen Generation, la generazione dello schermo.
Il secondo punto si concentra sulla riflessione del fenomeno. Chi entra nella rete, “abita” in un villaggio virtuale abitato da milioni di persone di lingua, razza, cultura, religione diverse. Qui si sente a casa e si muove velocemente. Sceglie cosa fare e cosa comunicare, come creare relazioni fra pari, qui crea la sua cultura e gioca: arriva a creare una sua imagine, si dà un’altra identità assegnandosi un nuovo nome (nickname), può darsi una fisionomia diversa (diventare alto se è basso, magro se è grasso, figo se non lo è). Nella ragnatela della rete trova un’occasione unica di diventare una vera star, è un vero protagonista virutale come virtuale è la sua immagine e identità, come lo sono anche le sue relazioni. Questa realtà storica produce inevitabilmente una soggettività straniata, un senso di esteriorità rispetto al mondo circosatante, il mondo e gli altri diventano oggetti d’uso.
In questo suo mondo virtuale lui è solo, abbandonto dagli adulti che sono chiamati a prendersi cura della sua educazione e formazione. E’ una solitudine che può colmare solo virtualmente, fuggendo dalla realtà che è ragione del fatto per cui a scuola, al bar, a casa, in discoteca e sul pullman non fa nulla se non cliccare continuamente per instaurare relazioni. Lui sostituisce i veri sentimenti e le vere emozioni che sono inutili nella rete virutale. Trova un luogo dove, per l’assenza di regole, può dare sfogo ai tratti negativi della sua necessità di essere protagonista. Il/la ragazzo/a sceglie la vittima, debole e indifesa che diventa l’oggetto delle sue persecuzioni fisiche e psicologiche e diventa un eroe multimediale, un bullo globale. La vittima, la preda catturata, non rimane vittima una sola volta ma diventa la vittima catturata dall’infinito spazio virtuale e l’immagine (foto, film, ecc) che riprende la violenza subita (verbale o fisica) è immortalata e resa tangibile nello spazio virtuale. Se il bullo diventa un bullo globale, la vittima diventa una vittima globale, ciò comporta che il disagio e malessere auementino in modo esponenziale: il silenzio, l’esclusione, il senso di impotenza, l’umiliazione, la vergogna e la paura delle opinioni di altri, spesso diventano insostenibili quando sono alla mercè di un atto di cyber bullismo.
Nella recensione è presente una parte interessante riguardante le statistiche e i consigli. Uno studio rivela che il fenomeno del cyber bullismo tra gli adolescenti ha assunto proporzioni significative. Un terzo degli adolescenti intervistati (tra 12 e 17 anni) ha confessato di essere stata vittima di bullismo (umiliazioni) per mezzo della rete e di cellulari. Le foto fatte coi cellulari, messaggi, mail, chat, il social network sembrano essere gli strumenti preferiti dei nuovi predatori coetanei. Alcuni consigli che possono essere presi in considerazione sono la volontà di creare un nuovo patto sociale con forti risvolti educativi: un patto sociale che deve coinvolgere prima di tutto la società degli adulti di riferimento (padri, madri, fratelli e sorelle più grandi, dirigenti e insegnanti, le istituzioni preposte all’educazione, alla prevenzione e alla salute) e le persone apparentemente non implicate in prima persona (imprenditori, giornalisi e pubblicitari). Un patto sociale con aspetti etici, tecnologico/educativi allo stesso tempo.
Creare consapevolezza e controllo in caso di bullismo e cyber bullismo possono essere uno strumento valido per supportare la mediazione, coinvolgendo mediatori non solo adulti, ma anche persone giovani attraverso le risorse della educazione tra pari.
La tecnologia può diventare un mezzo per una nuova e unica mediazione del conflitto perché può catturare il “predatore” se non la vittima.
Secondo le recenti direttive del Ministro Gelmini sullo studio dell’educazione civica, la nuova rivoluzione tecnologica non può decollare se non si inizia dalla scuola; è a scuola che i nostri bambini e giovani trascorrono la maggior parte del tempo, la scuola è il palcoscenico preferito per atteggiamenti positivi e negativi. Così dobbiamo avere il coraggio di partire da lì, dopo l’addestramento degli insegnanti.
don Milani
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