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Bullismo: indicatori e fattori predittivi di un fenomeno in crescita
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Scuola – famiglia – definizione del fenomeno - comportamento aggressivo – soluzioni
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Parents, Policy Makers, Teachers, Researchers, Young People, School Directors.
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Il termine “bullismo” deriva dall’ inglese “bullying” e connota il fenomeno delle prepotenze tra pari in gruppo. “Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato, o vittimizzato, quando viene esposto ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni”. Da ciò deriva che le diverse forme, in cui si manifesta il fenomeno, sono: comportamenti fisici, indiretti e verbali come, ad esempio, percosse, sms, foto e chiamate telefoniche che partono da una singola persona o da un gruppo con l’obiettivo intenzionale di danneggiare e far del male ad un coetaneo considerato “debole”. All’interno dei comportamenti bullistici sono racchiuse una serie di problematiche che coinvolgono insegnanti e genitori. Molti adulti tendono a sottovalutare il problema, ma il bullismo ha serie conseguenze per le vittime, che durano fino all’età adulta.
Recenti studi hanno registrato un maggior coinvolgimento dei maschi nel ruolo di bullo e, se questo atteggiamento non viene stigmatizzato, tende a ripetere nel tempo. Nella maggior parte dei casi, è la scuola il luogo privilegiato dai bulli, soprattutto nei momenti in cui il controllo degli adulti viene a mancare.
Spesso sono proprio i genitori a sottovalutare i comportamenti violenti e ribelli dei loro figli.
L’articolo affronta l’argomento del bullismo riassumendo in maniera schematica , ma completa, le caratteristiche del fenomeno soprattutto dal punto di vista scolastico. Dopo la definizione e una breve raccolta di dati relativi a studi e ricerche, l’autore passa in rassegna alcune pratiche di prevenzione. In primo luogo il coinvolgimento della famiglia, in secondo luogo la relazione all’interno del gruppo classe. Infine il coinvolgimento del bullo in attività laboratoriali e teatrali, in cui possa esprimere i propri contenuti costruttivi e positivi. Si sottolinea inoltre la necessità del coinvolgimento della vittima in attività di recupero, come il mentoring, metodo uno a uno, in cui la vittima, che presenta problemi relazionali, viene ascoltato e guidato da un educatore/mentore.
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don Milani
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